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Quando
il progetto di Ma che bella storia! è iniziato pochi erano i punti di partenza: portare a conoscersi due
gruppi di bambini che vivono lontani e che non sanno niente gli uni
degli altri; stimolare la loro curiosità su un mondo nuovo e
sconosciuto; scoprire somiglianze e diversità; offrire un'occasione
per un'amicizia possibile. Il tutto attraverso storie. Su
questo canovaccio, scarno e ambizioso al tempo stesso - di
un'ambizione fatta di idealità ed entusiasmo – ha preso forma poco
a poco, nell'arco di due anni scolastici, un affresco i cui colori e
materia sono i bambini e gli adulti (sono riuscita a contare 109
persone fino alla pubblicazione, ma altre se ne sono poi aggiunte),
che hanno partecipato ognuna a modo suo e passeggiato, chi per un
tratto chi per un altro chi per tutto il cammino, lungo la strada che
si è snodata nel tempo e che ha preso la direzione della
pubblicazione della favola di Ma che bella storia!. Ho
scelto di utilizzare l'espediente della narrazione in forma di favola
per raccontare il progetto così come è nato, come è andato avanti
- i problemi gli inciampi le soluzioni le gioie e gli entusiasmi che
l'hanno fatto crescere e fiorire - per riportare tutto al mondo dei
bambini che ne sono stati i protagonisti principali. E offrire anche
agli adulti l'affermazione del loro lato bambino, giocoso,
sfacciatamente incosciente che fa sì che le cose belle e impossibili
avvengano. E tutti noi, in carne e ossa, ci siamo lasciati guidare da
uno strano albero di carta un po' pasticcione che sarà difficile
dimenticare.
Le
storie, le loro illustrazioni, il bosco di storie in cui i bambini ci
invitano a passeggiare insieme a loro sono riusciti nell'intento
desiderato: somiglianze e diversità emergono e nutrono il lettore
con i loro profumi e sapori. Quanto all'amicizia - rubo le parole a
Linguacciuto - «bisogna
avere pazienza, ci vuole tempo, tutto il tempo che ci vorrà»,
ma il seme è messo e crescerà.
Tra i due mondi - i bambini
palestinesi del campo profughi di Burj al Shemali in Libano e i
bambini romani di Primavalle a Roma divisi da distanze geografiche e
linguistiche - prima ignari l'uno dell'altro, tanto diversi tra loro,
ora c'è solo il mare. Niente frontiere, niente pregiudizi, nessuna
paura. Sono insieme i bambini, compagni di viaggio uguali e diversi,
ricchezza del mondo perché, come dice Eduardo Galeano, «Siamo fatti
di atomi e di storie».
Simonetta Lambertini
ISBN: 9788897831273,
pp. 276, € 12 |